FIRENZE BIO

FIRENZE BIO

Nelle stesse ore in cui migliaia di giovani aderivano allo sciopero mondiale per il futuro, a Firenze prendeva il via la seconda edizione di “Firenze Bio”, una mostra mercato di prodotti biologici e biodinamici.

All’interno della Fortezza da Basso, l’intero padiglione Spadolini ha ospitato, dal 15 al 17 marzo, quasi 200 espositori che lavorano e producono in maniera critica e consapevole.

Tanti gli stand di piccole realtà toscane e non solo, che raccontano l’importanza di rallentare e rispettare i tempi imposti dalla natura; che difendono materie prime preziosissime per un prodotto finale di qualità.

Girovagando per la fiera, mi sono persa fra i banchi in cui troneggiavano tanti formati di pasta di grani antichi, legumi, cerali e semi oleaginosi.

Ma la mia passione, lo sai, sono le farine ed è stato sorprendente scoprire quanti grani antichi esistano in Toscana e con quanta dedizione vengano coltivati. Nei forni della mia città ho spesso acquistato il pane di grano Verna (buonissimo!), ma i grani Gentil Rosso e Andriolo non li conoscevo. Così ho ceduto ad 1 kg di miscela di questi tre grani, macinati a pietra e, nemmeno a dirlo, da agricoltura biologica.

Nello stand successivo ho potuto dare sfogo allla mia ossessione compulsiva e, in men che non si dica, mi sono accaparrata la farina di ceci (che, per l’appuntamento settimanale con la cecina non è mai troppa!); la farina di farro monococco (valida base in tante ricette dolci e salate) e due farine di pregio: la farina di Etrusco e la farina di grani duri antichi (Senatore Cappelli, Timilia, Russello, Taganrog, Etrusco).

Si tratta di prodotti di eccellenza, macinati a pietra, da agricoltura biologica e, eccezion fatta per la farina di ceci, conservano il germe, caratteristica che le fa essere più ricche di fibre rispetto alle comuni farine di tipo “00”.

Dopo il salato, mi è toccato fare scorta di dolce perchè, se è vero che le farine le utilizzo anche per fare i biscotti, questi biscotti li dovrò pur farcire! Così ho comprato il burro 100% arachidi ed una crema spalmabile con mandorle, vegana e senza glutine.

Nello stand espositivo di Unicoop Firenze è stato possibile degustare the, tisane e finger food preparati al momento con i prodotti Vivi verde Coop, facilmente reperibili in tutti i punti vendita.

Particolarmente gradito è stato l’omaggio con cui hanno accolto i visitatori: una borsa riutilizzabile in pvc, con cui sostituire la classica shopper usa e getta, contenente un set di accessori per la cucina: un sottopentola in legno, presine, un guantone da forno e due cucchiai di legno.

Nell’ottica della salvagurdia dell’ambiente e della riduzione dei rifiuti, la borsa riutilizzabile reca la scritta: “Ambiente in mente: riduci, riusa, ricicla”; inoltre, i bicchieri e le posate, presenti in tutti gli stand della fiera, sono biodegradabili, realizzati con un polimero del mais.

Se la zona del food è sicuramente il mio posto preferito, avvincente è stato esplorare l’area dedicata alla cura del corpo e della persona.

Ho scoperto un “piccolo laboratorio artigianale” che produce saponi biologici e vegani, con ingredienti pazzeschi come arancia e cannella o zenzero e limone. Un profumo incredibile tanto da volerli addentare…

Un’altra piacevolissima scoperta è stato un calzaturificio italiano che produce scarpe ed accessori utilizzando esclusivamente materiali vegetali, come canapa e cotone.

Lo stupore iniziale, provato guardando le loro creazioni ecosostenibili e dal design accattivante, ha lasciato il posto alla convinzione, sempre più radicata in me, che sia possibile lavorare e guadagnare senza, necessariamente, provocare morte e sofferenza agli animali.

Sulla stessa lunghezza d’onda, un’azienda che produce foulard ed accessori utilizzando esclusivamente fibre di bambù.

L’anno passato, in occasione di un’altra fiera, ho acquistato un foulard, spinta dalla curiosità di provare un tessuto assolutamente sconosciuto. Come suggerito dalle stesse ragazze dello stand, al mare l’ho adoperato anche come turbante, per raccogliere i capelli. Pienamente soddisfatta dell’acquisto, è stato il primo capo infilato in valigia, nei vari spostamenti estivi!

Potrei continuare a scrivere della qualità e versatilità, ma descrivere la bellezza dei foulard è impossibile: sono dei veri e propri quadri, tant’è che le fantasie sono ispirate alle opere pittoriche degli impressionisti, della Pop Art e dell’Art Dèco.  Fai un giro sul loro sito, poi mi dirai!

Parallelamente al Firenze Bio, si è svolto il Terra Nuova Festival: un evento organizzato da Terra Nuova Edizioni per dibattere su temi attuali attinenti al biologico, agli stili di vita e alla sostemibiltà ambientale.

Ho potuto assistere solo a due delle tante conferenze, nello specifico “Il cibo che nutre” con i dott.ri A. Fiorito e F. Andreazzoli e “Le medicine non convenzionali nel sistema sanitario pubblico”, con i dott.ri S. Bernardini, S. Segantini e F. Cracolici.

A breve, sul loro sito, saranno caricate tutte le attività videoregistrate in questi tre giorni di festival; ti consiglio di non perderle: è un’occasione per documentarsi ed approfondire in maniera diversa da come si farebbe semplicemente accendendo la tv.

A fine serata, sono tronata a casa con una piacevole sensazione di benessere: visitare la mostra, ascoltare le storie di quei piccoli imprenditori rivoluzionari, essere contagiata dal loro entusiasmo che persiste, nonostante la burocrazia e la società del “fast”, mi ha fatto proprio bene.

Questo festival da un lato ha strizzato l’occhio alla contemporaneità, con un’app interattiva per guidare i visitatori all’interno del padiglione, ma dall’altro ha celebrato gli “agricoltori custodi”, la riscoperta del passato, di antichi sapori e vecchie, ma vincenti, forme di agricoltura.

Tutto questo mi dà speranza, proprio come quei ragazzi scesi in piazza per il Fridays for Future.

“Vulesse addiventare na tamorra

pè scetare a tutta chella gente

cà nun ha capito niente

e ce stà a guardà”

Vulesse addeventare nu brigante, Folkabbestia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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